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Un PO’n di progetti: Casa di Riposo Signoriello

14 Ottobre 2021

Gli interventi infrastrutturali finanziati con le risorse dell’Asse 4 “Infrastrutture per l’inclusione sociale” del PON Metro 2014-2020 sono destinati a sostenere ed integrare le azioni previste nell’ambito dell’Asse 3.

Tra questi, finanziata con oltre un milione di euro, risalta la riqualificazione infrastrutturale dell’immobile che ospita la Casa di Riposo Giuseppe Signoriello e l’acquisto di arredi per gli ospiti, operazione – quest’ultima – che ripercorre in toto lo spirito del generoso filantropo al quale si deve il nome della struttura.

L’idea di fondo dell’inclusione sociale e delle operazioni infrastrutturali ad essa asservite è quella di dare vita a soluzioni che sappiano coniugare l’assistenza e la promozione delle persone e quindi l’inclusione, stimolando il saper fare, l’innovazione, il dialogo intergenerazionale e lo sviluppo individuale.

L’obiettivo, oggi come agli albori, per il Signoriello è quello di dare un’offerta concreta alla domanda di accoglienza residenziale di anziani indigenti o particolarmente sofferenti per la solitudine e l’abbandono familiare.

Giuseppe Signoriello, imprenditore napoletano di successo, appartenente a una famiglia napoletana di mercanti di stoffe ed egli stesso titolare di un fiorente commercio tessile, alla sua morte, nel 1940, ha disposto la realizzazione dell’omonima Casa di Riposo.

Poco prima della sua scomparsa egli riscrive il suo testamento e dirotta una significativa quota dei suoi beni a sostegno del progetto, da portare a compimento in Secondigliano, suo comune di nascita, autonomo dall’Unità di Italia ai primi anni del fascismo, ma all’epoca dei fatti già annesso al territorio della Città di Napoli.

Un uomo con una visione a tutto tondo dell’assistenza ai più bisognosi, Giuseppe Signoriello, che non si preoccupa soltanto di lasciare lo stabile che materialmente avrebbe accolto gli ospiti, al civico 8 della II traversa Duca degli Abruzzi, corta stradina che si diparte dall’odierno Corso Secondigliano, ma vi aggrega un giardino, da egli stesso acquistato, per offrire uno spazio “utile per dare libertà di movimenti ai ricoverati acciochè non sono obbligati a rimanere tappati in casa”.

Signoriello, tratteggiando il progetto, scrive nel testamento dell’idea “di istituire nel comune di Secondigliano, mio paese nativo, un ricovero di mendicità per i vecchi indigenti […], avendo presente lo spettacolo pietoso ed umiliante che offre la povera gente spinta dal bisogno a stendere la mano per raccogliere i pochi soldi sì e no bastevoli a tirare innanzi la misera esistenza” e sottolinea che la Casa di Riposo “accoglierà vecchi di ambo i sessi di povera condizione ed inabili al lavoro”.

Non pago, si preoccupa, al tempo, di dare precise disposizioni non solo in ordine alle necessità di ospitalità presso la casa di riposo, ma anche alle cucine, agli arredi, al riscaldamento della struttura e persino al vestiario dei ricoverati. Recitano le sue volontà: “penso che occorrerà l’impianto del riscaldamento in tutte le camere, essendo necessaria una temperatura sopportabile, specialmente per la gente anziana, che nei mesi rigidi d’inverno risente il freddo più di ogni altra cosa”.

E, ancora, “Bisognerà anche pensare all’arredamento dei locali, e cioè letti con pagliericci elastici, materassi, comodini, vasellame intimo, biancheria da letti, coperte di lana e copriletto bianchi, biancheria da tavola e quanto occorre per la mensa, impianto di cucina con rispettivi utensili, insomma tutto ciò che necessita ai bisogni del ricovero”.

Poi conclude con “vi sono gli indumenti personali da provvedere, e cioè vestiti e biancheria, qualche mantellina d’inverno per le donne e soprabiti per gli uomini”.

La casa di Riposo “Giuseppe Signoriello” nel 1942 viene eretta in Ente Morale, con un Regio Decreto n. 1861.

Conformemente alla volontà testamentaria l’Ente fissa l’attività sul territorio di Secondigliano, benché il quartiere fosse già stato annesso al capoluogo. Lo statuto, vietando ogni diversità di trattamento fra i ricoverati, individua i beneficiari dell’opera negli anziani in stato di povertà, che “non abbiano parenti tenuti per legge a provvedere alla loro sorte ed in grado di farlo”, e prosegue “nelle ammissioni sono preferiti gli inabili i quali versino in più grave miseria ed in maggiore abbandono, nonché gli invalidi e i mutilati di guerra e per la causa nazionale”; conclude, inoltre, affidando, almeno per le fasi iniziale, l’attività a religiosi.

In linea con gli orientamenti normativi degli anni a cavallo tra la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80, quarant’anni dopo, la Casa di Riposo passa al Comune di Napoli, cui la Regione Campania, nel dichiarare estinto l’Ente Morale, trasferisce la gestione, a decorrere dal 30 luglio 1981.

Oggi l’Amministrazione cittadina mette a disposizione 14 posti presso la comunità alloggio “Giuseppe Signoriello”, un servizio residenziale per ultrasessantacinquenni autonomi e semiautonomi che non necessitino di assistenza sanitaria continuativa e che, nell’ambito di percorsi supervisionati dalla rete dei servizi sociali, decidono di condividere risorse e capacità di coabitazione.


Vai alla pagina del progetto Riqualificazione Casa di Riposo Signoriello


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