Semi(di)Autonomia: la prima nuova casa per una vittima di violenza e per i suoi figli
25 Novembre 2019
Inserita la prima donna, con i suoi tre figli minori, nel percorso di graduale autonomia a seguito della fuoriuscita dal circuito della violenza intrafamiliare.
Il nucleo familiare ha terminato il percorso di presa in carico nei servizi di accoglienza residenziale ed è stato valutato pronto ad un graduale reinserimento nella comunità territoriale: forte è stata l’emozione dei bambini all’entrata nella loro nuova abitazione e altrettanto commovente è stata la reazione della donna che, nonostante le preoccupazioni e i traumi subiti dal maltrattante, ha manifestato la sua volontà di riacquisire finalmente una casa propria insieme ai suoi figli.
Si tratta di “Semi(di)Autonomia”, progetto finalizzato a rafforzare le misure a supporto alle donne vittime di violenza che fuoriescano da percorsi strutturati di accoglienza, attraverso l’attivazione di interventi per l’abitare e l’autonomia personale. L’azione, messa in campo dal Comune di Napoli, è volta ad aggiungere un tassello centrale nel contrasto al fenomeno della violenza di genere ed è finanziata a valere sul Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020 (Asse 3 – Servizi per l’Inclusione Sociale).
La soluzione abitativa, come primo step, è mirata a veicolare e orientare la donna alla restaurazione di legami sani e relazioni equilibrate all’atto delle dimissioni dalle case di accoglienza. Gli interventi per l’autonomia invece consistono in una dote basket che comprende un borsellino di servizi alla persona quali il conseguimento di titoli formativi, il pagamento di rette per l’asilo nido o per attività sportive/riabilitative, l’acquisto di libri.
La metodologia dell’intervento si basa sugli assunti concettuali di appartenenza ed emancipazione per il rafforzamento delle competenze e dell’autostima delle donne.
Il piano di intervento strutturato dall’equipe di lavoro integrata – composta da Assistenti sociali, psicologi e operatori dell’antiviolenza – ha previsto azioni strategiche per il passaggio ad una vita autonoma attraverso la locazione di un appartamento situato nelle zone limitrofe alla struttura di fuoriuscita, al fine di garantire la prosecuzione delle attività scolastiche e riabilitative dei figli minori.
Sono in fase di attivazione le azioni finalizzate all’orientamento al lavoro ed alla fruizione di altri servizi di supporto per la gestione dei bisogni di vita quotidiani della donna e dei suoi figli.